A Gorla Minore, in provincia di Varese, è stato inaugurato un nuovo alloggio pubblico ALER dedicato a persone con disabilità, completamente ristrutturato e dotato di tecnologie domotiche avanzate per aumentare autonomia, sicurezza e qualità della vita degli ospiti. L’inaugurazione è avvenuta il 10 dicembre 2025 e rappresenta uno dei progetti più interessanti di “domotica solidale” attualmente attivi in Lombardia.
L’appartamento fa parte del patrimonio di edilizia residenziale pubblica di ALER Varese‑Busto Arsizio‑Como‑Monza Brianza e rientra in un progetto territoriale finanziato dal PNRR, nell’ambito dell’investimento dedicato a percorsi di autonomia abitativa, sociale e lavorativa per persone con disabilità. L’obiettivo è chiaro: non solo offrire un tetto, ma costruire un contesto in cui le persone possano vivere in modo il più possibile indipendente, con il supporto della tecnologia e di un’équipe multidisciplinare.
Un appartamento domotico pensato per l’autonomia
L’alloggio, situato in via Madonna dell’Albero 71, è stato completamente adattato sia dal punto di vista strutturale che tecnologico. Gli interventi hanno riguardato la redistribuzione degli spazi interni, l’eliminazione delle barriere architettoniche e l’installazione di un sistema domotico studiato per facilitare i gesti quotidiani delle persone con disabilità.
Secondo quanto riportato dalle testate locali, l’appartamento può ospitare fino a quattro beneficiari ed è già utilizzato come sede di un percorso di convivenza guidata, coordinato da un’équipe di operatori sociali, educatori e professionisti sanitari. La domotica diventa così uno strumento concreto per sostenere i progetti di vita delle persone, non un semplice gadget tecnologico.
Quali soluzioni domotiche sono state installate
I dettagli tecnici completi dell’impianto non sono stati elencati pubblicamente, ma dalle descrizioni emerge un set di soluzioni domotiche “chiave” per l’accessibilità:
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Controllo luci e tapparelle automatizzato, per permettere agli ospiti di gestire illuminazione e schermature con pulsanti semplificati, telecomandi o interfacce adattate
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Automazioni su porte e varchi (es. apertura facilitata, eventuale motorizzazione di ingressi) per chi ha difficoltà motorie
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Sensori di sicurezza (fumo, gas, allagamento, apertura porte/finestre) integrati con notifiche a operatori e caregiver
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Possibile utilizzo di comandi vocali o interfacce touch semplificate per alcune funzioni domestiche
Il focus è sulla sicurezza e sul monitoraggio a distanza, con la possibilità per gli operatori di intervenire rapidamente in caso di necessità, senza però togliere controllo e privacy alle persone che vivono nell’alloggio.
Un progetto di rete: ALER, Medio Olona e cooperative sociali
Il progetto non è solo tecnologico, ma profondamente sociale e territoriale.
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ALER ha curato la ristrutturazione edilizia e l’installazione delle tecnologie domotiche, adeguando l’alloggio agli standard di accessibilità e sicurezza richiesti dal progetto.
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L’iniziativa è promossa dall’Azienda Speciale Consortile “Medio Olona Servizi alla Persona”, che coordina l’intervento nell’ambito dei progetti PNRR dedicati alla disabilità e all’autonomia.
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La coprogettazione dei percorsi è stata sviluppata con le cooperative “Lavoro e Solidarietà” e “Solidarietà e Servizi”, impegnate nel costruire progetti individualizzati di autonomia abitativa, sociale e lavorativa per le persone inserite nell’alloggio.
Le istituzioni coinvolte sottolineano come la combinazione fra adattamento fisico degli spazi, domotica e supporto educativo permetta di andare oltre l’assistenza tradizionale, offrendo “destinazione autonomia” più che semplice accoglienza.
Domotica come leva di inclusione, non solo comfort
Questa esperienza mostra bene come la domotica, spesso associata a scenari di comfort o lusso, possa diventare in realtà una leva potente di inclusione sociale.
In un contesto come quello di Gorla Minore, le tecnologie smart servono a:
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Facilitare gesti quotidiani che, senza supporto, richiederebbero sempre l’intervento di un’altra persona
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Aumentare la sicurezza percepita dagli ospiti e dalle famiglie, grazie a controlli e monitoraggi non invasivi
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Consentire agli operatori di focalizzarsi sulle relazioni e sui progetti di vita, lasciando alle automazioni la gestione di molte attività ripetitive o di controllo
È un modello che potrebbe essere replicato in altri alloggi pubblici e progetti di housing sociale, anche in altre regioni, combinando finanziamenti PNRR, edilizia residenziale pubblica e tecnologie domotiche mature (sensori, attuatori, piattaforme aperte come Home Assistant o soluzioni proprietarie certificate).
Per chi segue la domotica “classica”, storie come questa ricordano che smart home non significa solo comodità, ma può diventare una vera tecnologia assistiva, capace di aumentare autonomia e dignità delle persone fragili.
FONTE: VareseNews;
